Fabio Fognini ha annunciato il ritiro dalle competizioni. La decisione di non terminare la stagione tennistica deriva dal fatto che il ligure ha voluto lasciare in bellezza il tennis mondiale a Wimbledon, regalandosi e regalando uno spettacolo al pubblico nel primo turno con Carlos Alcaraz. All’età di 38 anni è giunto il momento per il “Fogna” di dedicarsi alla famiglia e di crescere i suoi tre bambini. Una carriera altalenante, fatta di trionfi e di cadute, di sfoghi e di parole dolci. Fognini è stato il precursore della golden age del tennis italiano e l’eroe per il pubblico italiano nato nel passaggio di millennio. In un periodo storico lontano dai fausti degli ultimi anni, Fognini è riuscito a conquistare il cuore di tantissimi appassionati e non solo nel nostro paese. Fabio sarà ricordato non solamente per essere arrivato fra i primi 10 del mondo, per aver vinto 9 titoli a livello ATP, per aver giocato più di 1500 partite fra singolo e doppio, ma sopra ogni cosa per il suo carattere. Simpatico, schietto ed emotivo, amatissimo da alcuni e odiato da altri. Perché Fognini è uno così: bianco o nero, dentro o fuori, amico o nemico. Forse questa visione del tennis e della vita lo ha un po’ deviato dal raggiungimento del suo massimo potenziale, ma guai a nominarlo talento sprecato, perché sotto quell’animo tormentato c’è quello di un guerriero che non ha mai mollato in un’epoca in cui i massimi tornei erano monopolizzati dai big four. Ricordiamolo per la gioia, per il suo gioco senza schemi e anche la sua gagliardezza. E per quante volte ci è capitato di immedesimarci in lui.


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