La UAE cala il tris, Juan Ayuso reagisce da campione dopo la brutta giornata di ieri e vince la settimana tappa, terza di fila per gli emiratini dopo la crono a squadre e la vittoria di Vine.
Nel gruppo dei migliori non succede praticamente nulla, la Visma controlla ma Vingegaard non attacca…e chissà il perché?
Ayuso in solitaria
Anche oggi è arrivata la fuga e a spuntarla è stato un corridore della UAE: Juan Ayuso. Lo spagnolo si stacca dai compagni di fuga ai -11 dal traguardo e inizia la scalata in solitaria sull’ultima salita. L’unico a tenerlo, almeno inizialmente, è Marco Frigo, che però non può nulla sul secondo e decisivo allungo di Ayuso.
Il ventitreenne fa il vuoto e vince in solitaria, mentre nel gruppetto dei migliori il compagno di squadra Joao Almeida prova un timido affondo, a cui Vingegaard risponde senza grossi problemi.
Perché Vingegaard non attacca?
La due giorni “di montagna” lascia però un interrogativo importante: perché Jonas Vingegaard non ha attaccato?
Il vantaggio sui rivali Almeida e Ciccone è di pochi secondi, otto per la precisione, e non si può dire che i due rivali non ci abbiano provato. Vingegaard, invece, per ora preferisce correre sulla difensiva. La squadra lavora con e senza la maglia Roja sulle spalle del re pescatore ma lui si limita a rispondere agli attacchi.
Un possibile motivo è la mancanza di terreno veramente duro; questi due arrivi in salita non erano proibitivi, anzi. Le pendenze medie non superavano mai gli 8%, e solo alcune volte hanno toccato il 7%.
La prima sentenza, dopo una settimana di corsa, è che Vingegaard non è in Spagna per dominare come ci si aspettava. È un campione umile, e così sembra voler correre…almeno per il momento. Sempre che il problema non siano le gambe.


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