La sfida tennistica fra Europa e resto del mondo, in corso quest’anno a San Francisco, ha sempre attivato i fan della racchetta in giro per il globo. Il format a squadre e la possibilità di vedere per una volta i propri eroi dalla stessa parte (guarda ad esempio Alcaraz e Zverev, o semplicemente qualche anno fa Federer e Nadal) ha sempre accesso il pubblico. La Laver Cup ha regalato momenti iconici, dall’esordio nel 2017 a Praga al ritiro di Re Roger nel 2022, tuttavia, la competizione è rimasta classificata solamente come esibizione. Qual è, allora, il suo posto nel mondo del tennis?
Quella pazza idea di copiare il golf
La Laver Cup è stata creata su ispirazione ad un altro torneo, ma non tra i campi da tennis. Lo sport in questione è il golf e la competizione si chiama Ryder Cup, uno scontro fra Europa e Usa che ormai da 45 anni è considerato un main event del circuito professionistico. La decisione di creare qualcosa di simil grandezza non poteva altro nome se non quello di Rod Laver, l’unico tennista della storia ad essere riuscito nell’impresa del grande Slam in era Open. Nel 2017, secondo i numeri, l’hype fu talmente tanta che la Laver Cup fu seguita quasi al pari dei tornei dello slam e dalla Davis Cup. Tuttavia, se da un lato vediamo i giocatori di golf prepararsi con molta cura prima dell’inizio della Ryder Cup e i tifosi possono vantarsi di vedere ogni anno i big, il torneo di tennis che quest’anno si tiene a San Francisco non ha più questo appeal. Dopo il famoso ritiro di Federer nel 2022, con accanto Nadal, Djokovic e Murray, il torneo sembra star prendendo una piega diversa. Basta guardare le partecipazioni: Sinner non ha mai giocato, anche nel periodo in cui era numero 1 del mondo. La serietà con cui i giocatori prendono in considerazione l’evento conta. L’agonismo non si sente, conta più il bel gioco e quello che c’è attorno al torneo stesso, seguendo la scuola dell’All Star Game in Nba.
Un giro di soldi
Un altro aspetto da sottolineare consiste nello svisceramento di tutte quante le sponsorizzazioni legate alla Laver Cup. Guardate, ad esempio, quante sono state in passato le collaborazioni da parte dei brand di racchette dei giocatori partecipanti: dalla Wilson Pro Staff tinta blu di Re Roger alle ultime Head dei Rublev, Fritz e Zverev di turno. E non solo: il merchandising ha un ruolo rilevante per quanto riguarda la vendita anche di magliette, felpe e cappellini delle squadre in campo. Sponsor e finanziatori di primo livello sono presenti ogni anno, sborsando cifre galattiche. Rolex, Mercedes, UBS, Boss, Genesys e anche la ON dello stesso Roger Federer. Insomma, un evento tennistico non di primo livello, ma sicuramente una macchina per fare soldi.


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