Dopo due settimane di sosta dovute agli impegni delle nazionali è tornata la Serie A, nonostante i tanti 0-0 non mancano i promossi e bocciati della 7° giornata di campionato.
Il Milan di Allegri è solo in vetta con vista alla sfida contro il Pisa, inseguono Inter, Napoli e Roma a quota 15, poi il Bologna a 13 e il duo Como-Juve a 12.
Promosse:
Torino: ci pensa l’ex di giornata, Simeone, a regalare i tre punti al Toro, questa vittoria però dice molto di più. E’ la vittoria di Baroni, che dopo le risa in faccia subite all’Olimpico in conferenza stampa, si prende anche questo big match. 7 punti contro Roma, Lazio e Napoli, il Toro è grande con le grandi, ora lo diventi anche con le piccole.
Bologna: Cagliari non è mai un campo facile, Italiano lo espugna con un gol per tempo e conferma il buon momento del suo Bologna. Ora la prova del nove in Europa League, dove manca ancora la vittoria.
Lazio: una menzione d’onore per la Lazio di Sarri. Se al Gewiss Stadium fosse finita 3-0 per l’Atalanta non ci sarebbe stato nulla da dire, ma il tabellino dice 0-0. Gli uomini di Sarri, decimati, soffrono per tutta la ripresa; Provedel, Gila e il palo li salvano, ma i biancocelesti mostrano carattere, ciò che servirà in questa stagione.
Bocciate:
Juventus: manca il gioco, manca l’identità e molto altro. La Juve non vince da più di un mese e ora ad attenderla ci sono il Real Madrid e la Lazio, entrambe in trasferta. La nostra analisi dettagliata a questo link.
Napoli: ha faticato col Cagliari, col Pisa e col Genoa, ha perso a Milano e a Torino. Conte e il suo Napoli sono in difficoltà, le seconde linee ad oggi non sono ancora dentro il sistema (vedi Lucca) e le occasioni non sono mancate, complici anche gli infortuni dei fedelissimi. Serve lavorare.
Il calcio italiano: la giornata di Serie A con meno gol della storia, 11, forse un caso, forse no. Gli 0-0 delle piccole nascondono una crudele verità, in Italia il primo pensiero è sempre difendersi, specialmente quando lotti per la salvezza. Le squadre non si scoprono, i giocatori non segueno l’azione ma si limitano a “sperare”. Questo atteggiamento fa male al calcio italiano.


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