Il centro di Sant’Antonio ha lavorato duramente tutta l’estate per garantire che il suo livello possa essere all’altezza dei sogni di gloria dei giovani Spurs. Dopo una stagione complicata, chiusa anzitempo per un problema di trombosi venosa, il fenomeno francese è andato incontro ad una vera metamorfosi dal punto di vista personale. Tra meditazione, kung fu, calcio, scacchi e allenamenti durissimi il classe 2004 potrebbe veramente aver fatto uno step successivo.

Un incubo chiamato trombosi

I medici sembrano aver dato un via libero completo alle attività cestistiche di Victor, tuttavia, resta da capire come il suo corpo reggerà a un’intera stagione NBA. Dopo la trombosi, ogni carico va gestito con attenzione, e gli Spurs lo sanno bene. Ecco perché, se da un lato The Alien è pronto a dominare i campi da gioco, tutto quanto lo staff della squadra grigionera dovrà aiutarlo a tenere i piedi per terra per possibili nuovi limiti a livello fisico. Nel frattempo, il centro francese ha sfruttato la pausa estiva per lavorare proprio sulla condizione atletica. Il focus? Avere una struttura più solida, un centro di gravità più stabile e anche una condizione mentale diversa, più matura. Ma come ci è riuscito?

L’esperienza in Cina

Al posto di vivere la propria estate sotto le luci dei riflettori, Victor Wembanyama ha deciso di seguire una sorta di ritiro a livello spirituale. Niente vacanze, solo palestra, sudore, disciplina e un viaggio fuori dall’ordinario in Cina, dove ha svolto un ritiro nel tempio Shaolin di Zhengzhou, praticando kung fu e meditazione per migliorare equilibrio e consapevolezza fisica. Un’esperienza che ha avuto un ruolo fondamentale nel ripulire la mente e fargli riscoprire il piacere della fatica consapevole. Di conseguenza, questo potrebbe avere sbloccato il francese anche dal punto di vista mentale, andando a migliorare una concentrazione che ormai, per qualsiasi atleta ad alto livello, è fondamentale sviluppare per migliorare le prestazioni sul campo. Nella scorsa stagione aveva già mostrato lampi da superstar: 24.3 punti, 11 rimbalzi e 3.8 stoppate di media, numeri che nessun rookie aveva toccato dai tempi di Shaq. Se effettivamente è ancora migliorato, potrebbe diventare un incubo per le avversarie.