La stagione ciclistica è giunta al termine da ormai qualche settimana ed è tempo di ripercorrere quanto accaduto in questo 2025.
Dalle sorprese alle delusioni, sempre nel segno di Tadej Pogacar, ancora una volta dominatore su quasi tutti i terreni…ma qualcosa comincia a smuoversi.
Ecco dunque il pagellone della stagione 2025:
I top delle corse a tappe:
Pogacar 10: gli aggettivi per Tadej sono finiti da tempo. Anche in questa stagione domina ogni corsa a tappe a cui prende parte, ma poteva non essere così…
“Nella terza settimana ero indeciso se ritirarmi” questa frase poteva cambiare la storia del Tour, e per noi gli costa la lode. Arriva all’ultima settimana stremato, complice un calendario non ideale per presentarsi alla Grand Boucle. L’anno prossimo sarà molto diverso, a partire dal calendario; gli obiettivi sono la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix.
Vingegaard 8,5: secondo al Tour e primo alla Vuelta, ma non è andato tutto come Jonas sperava. Due giornate nerissime gli costano il Tour de France, mentre alla Vuelta si salva nonostante le gambe non fossero delle migliori. La tripla corona lo attende…e poi la nuova sfida a Tadej.
Evenepoel 7: un passo indietro nei grandi giri, uno in avanti nelle corse di un giorno. Si prende l’oro mondiale a cronometro ma poi si abbona al secondo posto tra Mondiale, Europeo e Lombardia. Il gap con Pogacar è ancora ampio.
Roglic 6,5: è in calo ma si toglie comunque delle soddisfazioni al Catalunia. Al giro è sfortunato e testardo, mentre al Tour si gioca le sue carte. La sua esperienza farà bene a Lipowitz, Evenepoel e Pellizzari.
Yates 9-: la cura Visma lo rivitalizza, vince il Giro d’Italia riscrivendo la su carriera sul Colle delle Finestre, proprio dove il destino gli aveva tolto tanto, se non tutto. Si prende una tappa al Tour e lavora come gregario.
Almeida 8,5: fortissimo per tutta la stagione, la sfortuna lo ferma al Tour, alla Vuelta fa scricchiolare Jonas Vingegaard senza però staccarlo. Il suo nome resta nell’albo dell’Angliru.
Jorgenson 7: la seconda Parigi-Nizza della sua carriera sembra essere l’antipasto di una grande stagione, e invece al Tour va tutto storto. Forse malato, forse no, ma le gambe non girano quasi mai. Resta un uomo su cui contare anche per le classiche di primavera.
Le giovani sorprese:
Del Toro 9,5: insieme a Brennan è il crack del 2025. Si prende il palcoscenico vincendo 16 gare e sfiorando il colpo grosso al Giro d’Italia. Lo aspetta una carriera da numero 1, in attesa che cali Tadej.
Lipowitz 9: non è del tutto una sorpresa vista la Vuelta da gregario nel 2024, ma in pochi si aspettavano potesse fare podio sia al delfinato che al Tour. Se Florian continuerà così sarà una bella convivenza con Remco…
Brennan 9,5: i giovani talenti non sono tutti scalatori, anzi, il britannico della Visma alla sua prima stagione “tra i grandi” ha stupito tutti. 12 vittorie, dal GP de Denain alla Volta a Catalunya, passando per il Tour of Norway (3 tappe e GC) e concludendo alla Paris–Bourges. Il potenziale è spaventoso.
Pellizzari 8,5: si presenta al Giro da gregario di Roglic, ma finisce presto per stupire tutti. All’Italia manca un corridore da corse a tappe e Giulio sembra essere l’uomo giusto. Corre una Vuelta da protagonista, resta il rammarico per la maglia bianca persa all’ultimo arrivo in salita.
I due Van:
Van der Poel 9,5: vince sia la Sanremo che la Roubaix, l’unico “umano” capace di battere Pogacar pur correndo sulla difensiva. Al Fiandre non può nulla, ma si rifà nella prima settimana del Tour con tappa e maglia gialla.
Van Aert 8: indecifrabile. Sbaglia la preparazione in vista delle classiche del nord e quando pensi che la sua stagione sia condannata a un voto negativo vince a Siena, trascina Yates verso la maglia rosa e si prende il Montmartre e Parigi dopo aver staccato Pogacar.
Gli italiani:
Ganna 8: fa sognare l’Italia alla Sanremo, dove riprende Pogacar e Van der Poel, ma non ha lo spazio per un contrattacco e chiude secondo. Sfortunato alla Roubaix e al Tour, si rifà alla Vuelta con la crono vinta per un secondo. Le classiche lo aspettano nel 2026.
Ciccone 7: alti e bassi, conditi da tanta sfortuna. La forma che aveva al Giro sembrava la migliore di sempre, ma la caduta rovina tutto. Alla Vuelta è una grande incognita, resta nel limbo tra la Classifica Generale e la caccia alle tappe, finendo per non concretizzare nessuna delle due. Al Mondiale chiude 6° ma non poteva fare di più.
Finn 8,5: una stagione in crescendo per il talento azzurro, fa da gregario a Luke Tuckwell al Giro Next Gen, poi sale di colpi nelle gare successive concludendo in bellezza al Mondiale, dove stacca tutti e veste l’iridato. L’Italia lo aspetta e spera in lui.
Viviani 10: il voto non è alla sua stagione ma alla sua carriera, di cui abbiamo già raccontato i momenti salienti in un approfondimento.
I velocisti:
Mads Pedersen 9: terzo al Fiandre e terzo alla Roubaix, quando sembrava poter ambire a qualcosa in più. La sfortuna nelle classiche non è stata dalla sua parte, ma al Giro d’Italia e alla Vuelta a Espana si è rifatto con gli interessi. Dominatore senza rivali, annichilisce Van Aert nelle prime tappe della corsa rosa e sfila la maglia di miglior velocista a Philipsen alla Vuelta. Si merita una classica monumento.
Milan 8: centra l’obiettivo di stagione, almeno una tappa al Tour de France e la maglia verde, ma regala due tappe a Merlier. Deve lavorare sui dettagli ma il potenziale non manca, anzi.
Merlier 9: il velocista puro per eccellenza, a tratti il più forte del 2025. Dove va vince, e lo fa spesso con furbizia.


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