Si interrompe a quattro la striscia di vittorie dell’Olimpia Milano in Eurolega, al Forum l’Hapoel Tel Aviv domina il secondo tempo e si prende la partita, mentre Milano si scioglie come neve al sole.
Nonostante la sconfitta resta qualche domanda, perchè dopo un primo tempo punto a punto è arrivato un blackout a dir poco imperdonabile a questi livelli.
Due partite in una
Occorre ricordare, prima di giudicare, che il roster dell’Olimpia era praticamente dimezzato alla palla a due. Nebo, Brown, Diop, Sestina e Booker fuori per infortunio, Bolmaro e LeDay rientranti dell’ultima ora e Guduric perennemente acciaccato.
Milano tiene botta nel primo tempo, toccando anche il +5 prima di chiudere sotto di 4. La ripresa, però, è a senso unico: l’approccio è disastroso, il timeout di Messina non sistema le cose e l’Hapoel in un attimo è a +18. La reazione non c’è, Milano ricomincia a giocare dopo 7 minuti del terzo quarto, ritrovando parziale fluidità in attacco, ma la difesa continua a non rispondere.
In una serata con tante assenze, l’unica speranza era tenere il match a un punteggio basso, ma anche questo si è presto rivelato infattibile contro uno dei migliori attacchi del torneo. Tante cose si potevano fare in maniera diversa, altre erano semplicemente infattibili, ma smettere di “lottare” non era tra le ipotesi.
Mannion e Tonut?
Il roster era limitato, lo si sapeva, ma il minutaggio di Nicolò Mannion e Stefano Tonut resta un rebus anche a distanza di ore. Se il primo ha subito la fisicità israeliana, il secondo poteva essere l’uomo giusto per rallentare i ritmi e alzare i giri in difesa, specialmente in un momento di buona condizione.
Staccandoci dai “nomi” si fatica a comprendere quale fosse il piano partita: tenere l’Hapoel a punteggio basso o giocare al loro ritmo per 40′, pur consapevoli che sarebbe stato a tratti impossibile.


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