Tempo di lettura: 5 minuti
E’ stato un campionato mondiale molto particolare: scontato fino a metà stagione, poi riapertosi e, infine, conclusosi con la vittoria di Lando Norris. Senza distoglierci dai top3, andiamo ad analizzare l’andamento complessivo della stagione, fra chi ha sorpreso in positivo, e chi, invece, ha deluso…
Top
McLaren: Non c’è nulla da fare, Zac Brown e Stella hanno creato un’astronave, capace di dominare in quasi tutti i GP della prima parte di stagione. Due vetture che hanno aiutato due piloti non sempre perfetti a correre sempre un passo più veloce del resto della griglia. A livello organizzativo, non sono mancate delle scaramucce fra team e piloti, ciononostante, il mondiale costruttori vinto a Singapore ha confermato il livello dominate della vettura. 10, noiosa.
Verstappen: Non ha vinto lui questo mondiale, ma è stato fenomenale dall’inizio alla fine, dimostrando di essere il pilota più talentuoso e ora, probabilmente, anche quello più intelligente nella gestione della gara. D’altronde, vincere con una macchina così lunatica come La RB21 di quest’anno era un’impresa impossibile, anche per lui. 10 al vincitore morale del mondiale.
Russel: Vive in un limbo: non può essere considerato un fenomeno assoluto come Max o Leclerc, ma, allo stesso tempo, ha una marcia in più rispetto agli altri piloti. Vince ben 2 gare (Montreal e Singapore) e conclude quarto nel mondiale. Sottovalutato? Si, perché alla fine l’inglese non ha fatto assolutamente rimpiangere l’assenza del connazionale sette volte campione del mondo. Non dimentichiamoci, poi, che ha stracciato il povero Antonelli. 8 per il lavoro svolto nell’ombra.
Williams: Con Albon che conferma il suo livello di guida anche quest’anno, la casa inglese non dimostrava da tanto tempo di andare così forte. Il Tailandese prende il largo sul compagno Sainz nella prima parte di stagione e si gestisce nelle ultime gare. Primo fra i driver che non guidano per un top team, forse, meriterebbe di tornare in una squadra di quel calibro. Anche se la Williams ha promesso ad entrambi i piloti di continuare a migliorarsi, grazie ai finanziamenti del nuovo sponsor Atlassan. Super anche Carlos Sainz, che conquista ben 2 podi, cosa che non succedeva alla Williams dal 2015. 8 alla stagione della scuderia inglese.
Hulkenberg: Il tedesco è sicuramente il vincitore dell’impresa della stagione: il terzo posto con la Sauber nel piovoso weekend di Silverstone ha permesso a Nico di spezzare la maledizione di non essere mai arrivato fra i primi tre in una gara. Al di là di questo squillo, Nico è costante in tutta la stagione. Riesce sia a tenere ampiamente dietro il compagno Bortoleto (potrebbe esserne il padre) e lotta spesso per la zona punti con una macchina in completo cambiamento in vista dell’arrivo di Audi nel 2026. 9 perché finalmente ha potuto assaporare la gioia del podio.
Hadjar: Il premio di miglior rookie non va ad Antonelli, ma, per me, deve essere dato al francese. Dopo un inizio in Australia con il ritiro e le lacrime, Isaak overperforma in qualsiasi GP, tantoché Red Bull arriva vicino a proporgli di sostituire Tsunoda già nel corso della stagione. Anche se la VCARB non ha mai dato una mano a lui e Lawson, grazie al ritiro di Norris in Olanda, conquista il primo podio della carriera. 9 per il talento cristallino del rookie dell’anno.
Alonso: in un’annata di transizione dichiarata e confermata dal basso livello della macchina, l’iberico sa ancora tenere alto il suo livello di guida, nonostante l’età. Specialmente nella seconda parte della stagione lancia un segnale interessante in vista dell’imminente cambio di regolamenti: con un quinto posto in Ungheria e un sesto ad Abu Dhabi, Fernando è pronto, ancora una volta, a rilanciarsi. 7 al migliore tra i veterani.
Flop
Hamilton: Non ci si aspettava sicuramente di vedere Hamilton lottare per il titolo mondiale, ma la sua stagione è stata la peggiore di tutta la sua carriera. I motivi? Sicuramente questa Ferrari non è stata all’altezza, ma Lewis è apparso sempre meno motivato del compagno Leclerc. Unica gioia la vittoria della Sprint in Cina. 4 a lui, ma soprattutto alla Ferrari che non è sempre venuta incontro alle sue esigenze.
Tsunoda: C’è sempre il solito discorso in ballo: “La Red Bull è fatta solo per Max“, ma questo non giustifica la diciassettesima posizione nel campionato piloti. Yuki aveva avuto, a partire da Suzuka, la possibilità di dimostrare il suo valore e lo ha fatto in maniera parziale. 5, perché deve confrontarsi con Verstappen.
Alpine: Un disastro annunciato quello della scuderia Transalpina, dovuto in parte ai rocamboleschi cambi tra i piloti (Colapinto-Doohan) e tra il board degli ingegneri di pista. Salvo Gasly, che riesce a racimolare qua e là qualche punto, il resto è un anno buttato. E, purtroppo per loro, sembra che non ci siano delle direzioni delineate anche per il prossimo anno. 3, tutto da rifare.
Antonelli: allora, nel complesso la stagione di Kimi si divide fra alti e bassi, soprattutto a livello personale. Non è stata una stagione negativa, specialmente se si considerano tutte le aspettative che accompagnavano il suo ingresso in F1 e i 3 podi conquistati dal classe 2006. Diciamo che si può considerare un flop questa stagione più per gli agenti esterni: la macchina non super, le pressioni, le sfortune e le aspettative di Toto Wolff. 6, si salva grazie a queste scusanti
Piastri: nella lotta interna con il compagno Lando, entrambi hanno commesso errori, ma quello che ci ha rimesso alla fine è stato l’australiano, d’altronde, il più inesperto dei due. Il vantaggio che aveva nella corsa al titolo dopo il gran premio d’Olanda è stato vanificato da brutte prestazioni, a partire dal weekend nero di Baku. Non è insufficiente, ma non può essere nei top. 7, questa stagione lo renderà più forte.
Ocon: Completa la peggiore stagione da quando è in Formula 1, ma non solo: termina dietro il compagno di squadra Bearman, ancora alle prime esperienze nella massima categoria. La Haas, sia chiaro, non è un razzo, ma qualcosina in più lo si aspettava da un pilota combattivo come il francese. 5, insapore.


Lascia un commento