Nel lontanissimo 2001 Fernando Alonso debuttava in F1 a bordo della Minardi, l’attuale VCARB. Complice una vettura poco competitiva, non lotta mai per le prime posizioni, tuttavia, si mette in luce quanto basta per attirare le attenzioni di Flavio Briatore, l’istrionico team principal della Renault, che diventerà il suo mentore. Inizia così la sua gavetta presso la scuderia francese, e nel 2003 vince la sua prima gara in Ungheria.

La svolta

Il dominio della rossa di Schumacher era diventato talmente infermabile che la FIA decise d’intervenire cambiando il regolamento per l’annata 2005, e gli ingegneri della Renault furono bravissimi a mettere in piedi una macchina super performante. Lo spagnolo parte fortissimo, mettendo a segno 5 podi nelle prime 5 gare. Per tutto il resto della stagione, deve arginare i tentativi di rimonta da parte della Ferrari e anche della McLaren, con un giovane finlandese di nome Kimi Raikkonen, il quale condividerà gran parte della carriera con il numero 14. Fatto sta che l’asturiano arriva terzo ad Interlagos e conquista così il primo titolo mondiale in carriera e anche il primo titolo per un pilota spagnolo in F1. Stabilisce anche un altro record: è il pilota più giovane a raggiungere questo risultato, statistica che verrà battuta solamente da Sebastian Vettel nel 2010.

La conferma

Renault ritorna nel 2006 come aveva iniziato l’anno precedente: Alonso domina la prima parte di stagione e duella con Schumacher, alla sua ultima stagione con il Cavallino Rampante. Mettendo in saccoccia il secondo mondiale consecutivo, vi direte, perché non continuare il sodalizio con Briatore? E invece, Alonso intuisce che qualcosa per il 2007 sta cambiando, e firma segretamente per i rivali della McLaren.

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