Tornando a parlare di calcio, il mondo arabo fece parlare di sé anche per via del campionato saudita. Una competizione di basso livello, che, grazie all’intercessione monetaria del fondo nazionale (sempre il PIF), esplose fra l’estate del 2023 e del 2024. A fare scalpore non sono le cifre di acquisto, piuttosto i contratti multimilionari destinati ai giocatori, giudicati nella maggior parte extralarge. Il primo a far partire questa svolta nel panorama calcistico saudita fu Cristiano Ronaldo, pagato più di 200 milioni di euro all’anno, non tanto per le doti atletiche (adesso è quarantenne), piuttosto per il suo ruolo di Ambassador per lo sport mediorientale. A seguire, arrivarono al Al-Nassr di CR7 Mané, Laporte e Brozovic, mentre i rivali dell’ Al-Hilal prendevano Neymar Jr e quelli dell’ Al Ittihad acquistavano il pallone d’oro Benzema. Tra questi nomi compaiono i nominativi di giocatori tutti al termine del carriera, tuttavia, arrivarono anche giocatori giovanissimi. Criticatissimo fu Gabri Veiga, classe 2002, che nel 2023 si trasferì esclusivamente per il denaro al Al-Ahli, per poi tornare in Europa quest’anno al Porto. Questo sistema monopolistico del PIF non sta assolutamente creando un’idea di calcio sostenibile, per non contare come i valori di un tempo siano ormai terribilmente messi in secondo piano.

