Il problema verificatosi al gran premio d’Ungheria non è il primo e nemmeno il più grave che ha coinvolto Charles. Nonostante il monegasco sia sempre stato considerato al centro fin dalle sue prime apparizioni nel 2019, c’è sempre stato del nervosismo tra lui e la Ferrari durante i momenti più delicati delle gare.
Bisogna dare più ascolto al pilota?
Leclerc si è testualmente aperto così in radio a Silverstone: “Non mi date mai retta. Alcune cose vanno discusse prime della gara“. Gli sfoghi che il numero 16 pronuncia sistematicamente un weekend si e uno no evidenziano quanto lui senta che potrebbe fare di più, se non fosse per la Ferrari stessa. Se Leclerc è al centro del progetto e lui stesso ha dimostrato di avere la bravura e la competenza per interpretare al meglio le situazioni di tattica durante le frazioni di gara, perché il team non si affida a lui? Evidentemente anche qui vi sono delle clausole nelle gerarchia della Scuderia di Maranello che noi non conosciamo bene. Storicamente, il lato del box specializzato nelle strategie ha sempre posto grande rilevanza ai dati piuttosto che alla percezione del pilota. Un altro punto per cui c’è diffidenza su Leclerc da parte del Cavallino Rampante.
Il ruolo di primo pilota
Anche in questo caso vi sono state incomprensioni. Con Vettel è stata un po’ una sorpresa che Charles andasse più veloce del plurivincitore di mondiali, però già con Sainz il comportamento della squadra è stato ambiguo. Leclerc è stato giudicato sempre più forte dello spagnolo, l’unico uomo su cui puntare il mondiale, eppure non è mai stato privilegiato e perfino è stato messo in svantaggio per coprire Carlos Sainz: ricorderete tutti quanto è successo a Silverstone nel 2022. E anche ora con Hamilton, il team non hai affermato di avere una prima punta, cosa che sarebbe lecita fare visto l’andamento del Leone Britannico.
