Da ormai un po’ di anni il copione è sempre lo stesso: i giocatori più forti dell’Eurolega vanno in NBA, l’ultimo esempio è Nigel Hayes-Davis, MVP delle finals con il Fenerbahce, che dal prossimo anno vestirà la canotta dei Suns.
Se questo modus operandi sembra però normale, ecco che a non esserlo è la nuova visione dell’NBA sui giovani talenti europei. Molti ragazzi cresciuti nelle giovanili delle squadre europee vengono poi presi in America a disputare i college, senza passare dalla prima squadra del proprio club, che finisce per non trarre più vantaggio da un giovane da lei cresciuto.
Le stelle: chi vince (giustamente) va in NBA
Hayes-Davis, Vezenkov, Yabusele, Micic, Exum e molti altri. Sono tanti i giocatori di primo livello europeo che scelgono di fare il salto di qualità e approdare in NBA, ma con esiti non sempre felici. C’è chi va e ha sin da subito un buon minutaggio, e chi invece finisce per giocare solo il garbage time, ovvero il tempo morto a fine partita, per poi tornare in Europa qualche anno dopo.
Ma quindi per le stelle europee ha davvero senso “sprecare” qualche anno oltreoceano per giocare meno di 10′ di media? Sì, se si guarda il lato economico. L’NBA in questo non si smentisce mai, l’ingaggio minimo americano supera quello europeo nella maggioranza dei casi.
Risposta diversa se si va in NBA per ambire a qualcosa di più; un ruolo da protagonista in una contender, piuttosto che un buon minutaggio in una squadra che tanka. Dunque il rischio di gettare al vento due anni della propria carriera, spesso i migliori, è molto alto, finendo per chiedersi cosa avresti potuto vincere in Europa in quegli anni.
Vezenkov-Yabusele: due realtà a confronto
L’esempio più lampante è quello di Sasha Vezenkov, che lascia l’Eurolega da MVP nell’estate del 2023, per tornarci un anno più tardi, e avendo perso un anno per provare a vincere l’Eurolega. Nel suo anno in NBA ha chiuso con 5 punti e 2 rimbalzi di media, in 12 minuti; cifre “comiche” se paragonate alla sua stagione europea appena conclusa: 20 punti e 6.6 rimbalzi di media in 30′ di impiego.
L’esempio opposto è Guerschon Yabusele, giocatore meno talentuoso di Vezenkov, ma più adattabile al contesto americano per il suo fisico. 11 punti e 5.6 rimbalzi di media in 27 minuti, vestendo la maglia di Philadelphia, una signora stagione che lo ha portato a firmare un biennale da 12 milioni con i Knicks.
Non solo le stelle, ora anche i giovani
A preoccupare i club europei non sono solo gli addii dei giocatori più forti ma, anche e soprattutto, la piega che sta prendendo il mercato dei giovani.
Achille Lonati, Hugo Gonzalez e Dame Sarr, sono solo tre nomi cresciuti rispettivamente da Olimpia Milano, Real Madrid e Barcellona. Questi tre futuri prospetti NBA hanno fatto solo qualche comparsa nella prima squadra del loro club, essendo un valore aggiunto solo a tratti, cosa che sarebbero diventati tra uno o due anni.
L’NBA però ha già messo gli occhi su di loro, Lonati è stato reclutato da Wojnarowski e giocherà a St. Bonaventure il prossimo anno. Simil destino per Dame Sarr, l’ex Barca giocherà a Duke il prossimo anno, prima di rendersi eleggibile per il Draft 2026, dove si prospetta essere in top 10.
Diversamente è andata a Hugo Gonzalez, selezionato pochi giorni fa al Draft da parte dei Boston Celtic. Lo spagnolo ha bazzicato nella prima squadra del Real Madrid in questa stagione, e in prospettiva conferma di essere l’ennesimo giovane talento che lascerà l’Europa.


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