Pullman Inter

L’ennesima figuraccia rimediata domenica sera a San Siro lascia tanti dubbi sulla nazionale, sui giocatori, sul Ct e sul presidente della FIGC Gravina. Ci sarà modo di approfondire ogni responsabilità nei mesi che portano agli spareggi, ma oggi ci concentriamo su un aspetto tattico spesso al centro del gioco azzurro: il famoso blocco Inter.

Con questo termine si fa riferimento ai giocatori dell’Inter, prima di Inzaghi ora di Chivu, sui quali la nazionale avrebbe dovuto fondare lo zoccolo duro del suo gioco. Barella, Bastoni, Dimarco, Frattesi e, per ultimo, Pio Esposito; ma è davvero giusto parlare di blocco Inter? E, soprattutto, aspettarsi così tanto?

Unica fonte di gioco… che però non basta

Da due anni a questa parte si ripete che la nazionale debba prendere spunto dal club italiano più forte per qualità e organizzazione, l’Inter, e che i suoi italiani debbano essere messi nelle condizioni di rendere anche in nazionale.

Bastoni e Dimarco nella difesa a 4 non funzionano, dunque dopo l’Europeo si è passati a 3, sfruttando la qualità e l’alchimia dei neroazzurri come fonte primaria di gioco. Il vantaggio contro la Norvegia arriva dal duo Bastoni-Dimarco, poi perfezionato da Esposito, e così molti altri gol degli ultimi mesi, ma ancora una volta tutto ciò pare non bastare, perchè?

Perchè non funziona come nell’Inter?

La risposta è facile: perchè la nazionale non ha la stessa qualità dell’Inter di Inzaghi e di Chivu. Non bastano 3/5 giocatori per garantire la funzionalità totale di un sistema, spesso serve anche un contorno. Con questo ci riferiamo a un esterno destro come Dumfries e non come Politano, un mediano come Calhanoglu e non come Locatelli, una mezzala di qualità che alla nazionale oggi manca. A questo si aggiunge l’enorme gap di qualità in attacco, tra Retegui-Kean e Lautaro-Thuram c’è differenza, a discrezione di ognuno scegliere quanta.

La mancanza di questa qualità in mezzo al campo e in attacco è il principale motivo per cui l’Italia fatica a segnare contro le difese schierate, e per questo occorre cambiare strada.

Bisogna saltare l’uomo

Se c’è una cosa che l’Inter e la nazionale hanno in comune è la capacità di NON saltare l’uomo. Come dicevamo i neroazzurri la superano col fraseggio e la qualità, mentre la nazionale tende a non superarla, finendo per gestire possessi sterili.

Occore dunque tornare a puntare l’uomo e saltarlo: non sarà facile perchè non abbiamo Yamal, Vinicius, Saka e Leao, ma si parta da chi abbiamo e si cambi la mentalità della nazionale, dall’under 17 alla prima squadra.

Una replica a “Nazionale: perchè è sbagliato parlare di blocco Inter?”

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    […] la sosta delle Nazionali, è tempo di ritornare alla Pinetina per l’Inter, agli ordini del mister Cristian Chivu, per […]

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