E’ stato un finale di stagione movimentato per Jonas Vingegaard, che dopo il Tour de France e la Vuelta a España ha preso parte anche all’Europeo, ma con pessimi risultati.
Le voci intorno al corridore danese, però, non sono mai cessate. Tra le incognite più grandi vi è la decisione tra Giro d’Italia e Tour de France in vista della prossima stagione. Vingegaard ha recentemente dichiarato di voler partecipare alla corsa rosa, lasciando intendere quanto ci tenga a conquistare la tripla corona, probabilmente anche prima di Tadej Pogacar. Se lo sloveno puntasse sulle classiche primaverili, cosa che pare nota, il danese avrebbe pochi rivali in grado di batterlo sulle strade della penisola, che gli garantirebbe maggiori possibilità di conquistare la tripla corona.
Preferisce il Giro? Sì, ma la Visma…
In una recente intervista il due volte vincitore del Tour de France avrebbe dichiarato che, se potesse scegliere tra Giro 2026 e Tour 2026, sceglierebbe la prima opzione, quella che garantirebbe la tripla corona.
La volontà del danese di partecipare al Giro è nota da anni, ma più volte la sua squadra glielo ha “negato”. I motivi sono legati all’importanza di provare a vincere nuovamente il Tour de France, che non ha rivali in termini di guadagni e di blasone. La volontà di Vingegaard non fu ascoltata nelle scorse stagioni, ma con una Vuelta in più in bacheca potrebbe essere difficile negargli la possibilità di vincere l’ultimo grande Giro…prima che Tadej attenti alla coppia Giro-Vuelta.
Vincerla prima di Pogacar
Inutile girarci intorno, la tripla corona fa gola a Vingegaard per tanti motivi, lo proietterebbe nell’olimpo dei più grandi, diventando l’ottavo corridore a vincere i tre grandi giri dopo Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador, Vincenzo Nibali e Chris Froome.
A questo si aggiunge, ancora una volta, la rivalità diretta con Pogacar. Lo sloveno, a dire di Vingegaard, è il corridore più forte della storia, e per questo motivo conquistare la tripla corona nella sua era e prima di lui sarebbe una bella soddisfazione per Vingegaard.
Doppietta Giro-Tour, ma il fisico reggerebbe?
Di sicuro ad oggi non c’è nulla, ma se il programma-gare di Vingegaard nel 2026 dovesse comprendere sia il Giro che il Tour, bisognerebbe fare attente valutazioni.
La problematica principale riguarda il fisico dello scalatore danese, che a differenza di Pogacar è molto più magro e in carriera non ha mai brillato quando ha preso parte a due grandi giri nello stesso anno a distanza di pochi mesi. I riferimenti principali sono la Vuelta 2023 e la Vuelta 2025, con la seconda che pur non brillando è riuscito a vincere. La domanda però è immediata, come sarebbe finita se alla Vuelta ci fosse stato Pogacar? O se Almeida non avesse incontrato anche lui una brutta giornata quando Vingegaard perse da Pidcock e Hindley all’Alto de El Morredero?
La risposta non l’avremo mai, ma le indicazioni che si traggono non sono positive: il danese, quasi certamente, non arriverebbe al Tour con la preparazione ottimale se prima facesse il Giro.
Questo è riconducibile anche alla preparazione che da diversi anno caratterizza il corridore della Visma. Già da metà maggio inizia il periodo in altura, prima di affrontare il Delfinato e successivamente il Tour de France. In caso di partecipazione al Giro la sua preparazione andrebbe rivista e sarebbe incentrata su una fase di recupero e di successivi allenamenti verso la Grand Boucle, saltanto sicuramente il Delfinato.
Gli anni passano, qual’è la scelta migliore?
A incidere su questo discorso c’è anche la carta d’identità di Vingegaard, che il prossimo anno compirà trent’anni. Le possibilità di vincere un altro grande giro potrebbero iniziare a calare, specialmente se i giovani talenti di Lipowitz e Seixas continueraano a crescere così in fretta.
Il 2026 è dunque un anno da non sbagliare per Jonas Vingegaard, forse l’ultimo in cui potrà lottare “quasi” alla pari con Tadej Pogacar, ma anche l’ultimo in cui potrà vincere il Giro d’Italia senza avversari di pari livello.


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