Siamo giunti al termine di questa intensissima stagione di tennis e, come di consuetudine, si devono tirare le somme. In un 2025 dominato dal dualismo imposto da Sinner e Alcaraz, nelle retrovie c’è stato comunque molto movimento e molte storie da analizzare.
Promossi
Alcaraz: Spettacolare dall’inizio alla fine, Carlitos è veramente quello di cui il tennis ha bisogno. La varietà del gioco, messa al servizio di una tattica vincente, diventa infermabile. Infatti, anche quest’anno il tennista di Murcia ha vinto almeno un trofeo su tutte le superfici. Tra Montecarlo e Tokyo è arrivato almeno in finale in ogni torneo che ha visto la sua partecipazione, mettendo a tacere le cattive voci riguardanti la sua professionalità. Qualche sconfitta in una stagione che ti obbliga ad essere in campo cento volte all’anno è solamente un effetto collaterale. Infatti, è numero 1 a fine anno lo stesso. 10
Sinner: ex equo con Alcaraz, perché, alla fine, quello che appassiona veramente i tifosi è proprio la loro rivalità. Se Alcaraz fa bene al tennis, Sinner fa bene allo sport in generale: il suo atteggiamento è un esempio per qualsiasi giovane atleta che sta approcciando una disciplina. Dominante sul cemento, specialmente quello indoor, Jannik ha dato comunque prova di come sta completando il suo gioco. Ottimi sono stati i risultati sulla terra e sull’erba e la vittoria di Wimbledon, sin ora, rappresenta l’apice della sua carriera. Con personalità ha schivato le critiche sulla scelta di non partecipare alla coppa Davis. 10
Auger Aliassime: Un talento che si era perso, adesso in grande ripresa. FAA non è un mostro sulla terra né sull’erba, ma i risultati sul cemento sono eccellenti in qualsiasi torneo. Titolo a Montpellier, finale a Dubai, semifinale allo Us Open, finale a Parigi La Defense. E, in più, segnali sempre più positivi riguardo alla maturità mentale: adesso si è anche sposato. Qualificazione meritata alle Finals, e se terrà alto il livello del suo fisico per tutto il 2026, potrà tornare a Torino anche l’anno prossimo. 8
Fonseca: l’astro nascente del tennis mondiale, di lui ne avevamo già parlato a lungo. Quest’anno ha fatto passi da giganti nel ranking grazie ai titoli di Cordoba e di Basilea, che lo hanno issato alla posizione numero 28 del mondo. Finora, sembra stia tenendo anche di testa, ma attenzione perché definirlo già come il “Djokovic” tra Sinner e Alcaraz è sbagliato in questo momento. Si prospetta più un 2026 di transizione per il brasiliano, piuttosto che un anno di definitiva esplosione, comunque, può andare fiero della sua annata. 9
Vacherot: La sorpresa, l’assoluta sorpresa. Il capolavoro arriva con la vittoria da lucky loser a Shangai, tuttavia, il monegasco sembra voglioso di mostrare a tutti di essere più che una semplicissima meteora. Con i quarti di finale nel 1000 di Parigi, si rilancia anche in vista della prossima stagione. Sicuramente, non si vedeva una scalata di classifica di tali proporzioni dai tempi di Aslan Karatsev. 8
Bocciati
Zverev: La vera delusione di quest’anno, se si può considerare la terza posizione mondiale una delusione. La verità è che i problemi fisici, e soprattutto quelli mentali, hanno impedito a Zverev di vincere quello slam che manca al suo palmares. In caduta libera fra Wimbledon e lo Us Open, riesce a concludere in maniera dignitosa la stagione grazie ai risultati indoor. Manca più di uno step rispetto al livello del duo Sinner-Alcaraz. 5
Medvedev: Un passo indietro clamoroso considerando la mentalità: il russo non sembrava interessarne più di tanto a stare in campo e in alcune occasioni ha avuto dei comportamenti davvero imbarazzanti, come a New York. Negli slam, in particolare, il bilancio di una sola vittoria in 5 partite si commenta da solo. A fine anno, è stato lodevole il suo gesto di saltare il 6 kings slam e di andare a giocare in Kazakhistan, dove ha vinto pure. Però, questo non attenua un andamento generale che il tennista non aveva dagli anni precedenti alla sua esplosione, tra il 2017 e il 2018. 4
Rublev: Sinceramente, sono sempre stato dell’idea che il moscovita non abbia le capacità per stare stabilmente in top5 e lottare per arrivare in fondo negli slam, ma quest’anno in particolare Rublo è stato sempre sotto al suo livello. Un solo titolo, in Qatar, e un resto di stagione vissuto fra frustrazione e autolesionismo. Gioca tantissimo, ma perde troppo spesso. Forse, servirebbe una pausa per rigenerare una mente che ha sempre sabotato il russo. 4
Tsitsipas: La sua stagione era un disastro annunciato già da come era finito il 2024. Problemi fisici continui e gravi, troppi cambi d’allenatore, con la brusca parentesi d’Ivanisevic, e anche il cambio di racchetta. Il greco, purtroppo, sembra veramente ai titoli di coda, e sarebbe veramente un peccato per uno che quattro anni fa era a un passo dal vincere il Roland Garros. 3
Ruud: La sorpresa, in negativo, di questa stagione tennistica. Il norvegese è conosciuto per la costanza: la sua annata effettivamente non ha avuto alti e bassi importanti, ma è sempre rimasta su risultati non importanti. Unico squillo il titolo a Madrid, ma la restante stagione su terra è stata veramente sotto tono per un terraiolo del calibro di Casper. La professionalità non è da mettere in dubbio, forse è iniziata semplicemente la parabola discendente della carriera del norvegese? 4


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